Intervista su Brescia Oggi
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Di seguito, il testo integrale dell'intervista:
«Pontida sarà la festa dell’Autonomia L’identità della Lega? Ha radici al Nord»
PONTIDA (BERGAMO) Il pratone di Pontida torna al centro della politica leghista e questa volta con un sapore particolare. Dopo gli anni della trasformazione sovranista, il raduno leghista della Bergamasca si annuncia come l’edizione del ritorno alle origini, alla rivendicazione di un’identità che per la Lega coincide con i valori del Nord.
A sancirlo sarà la presentazione ufficiale della Carta dei Valori del Nord, un documento che la Lega lombarda porta a Pontida come manifesto politico e programmatico, pensato per fissare nero su bianco il legame con le battaglie storiche: dall’autonomia alle competenze locali, dalla gestione delle risorse alla difesa delle comunità territoriali.
In questo clima di attesa, tra slogan («Liberi e Forti») e malumori interni, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, si prepara a salire ancora una volta sul palco del pratone. Bergamasco e veterano del movimento, Calderoli parla di Pontida come di casa sua.
Lo abbiamo incontrato alla vigilia del raduno.
Che Pontida si aspetta quest’anno?
Sarà come sempre una giornata di festa, tra fratelli e sorelle su libero suol. Per me sarà la 36esima volta. Dopo tanti anni di battaglie, finalmente abbiamo l’occasione di festeggiare dei risultati attesi da sempre. Primo fra tutti, l’Autonomia. È una nostra battaglia storica e per conquistarla abbiamo combattuto, essere a Pontida significa festeggiare anche questo.
Quindi, tutti a Pontida!
Come procede il cammino della riforma?
Realizzare l’autonomia è dura, ma io sono bergamasco...
crapone e determinato. La nostra legge è in vigore da più di un anno e, nonostante sia vero che la Consulta ci ha fatto cambiare strada, è pur vero che una strada c’è e io intendo percorrerla. Il prossimo passo sarà la sottoscrizione delle pre-intese con le 4 regioni che ne hanno fatto richiesta, nei prossimi mesi metteremo in pratica il percorso stabilito. Attuare l’autonomia significa concretizzare quel sogno che abbiamo sempre coltivato con Bossi e che ai suoi tempi aveva anche mio nonno Guido con il MAB. E c’è di più.
Dobbiamo aspettarci altro?
Il ddl Delega per definire Lep ha iniziato il suo percorso in Parlamento. È stato trasmesso al Senato e ha già superato il primo vaglio della commissione Bilancio, ora tocca alla commissione Affari Costituzionali. Andremo finalmente a definire i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, da garantire uniformemente su tutto il territorio nazionale. In questo modo si potranno definire i costi per garantire un determinato servizio ai cittadini, individuando anche chi sa spendere le risorse pubbliche in maniera efficiente e chi no. Una sfida di responsabilità e trasparenza, che nessuno aveva mai affrontato dal 2001 ad oggi.
Non solo Autonomia, si parla molto anche della legge Calderoli perla Montagna.
L’abbiamo approvata giusto settimana scorsa in Parlamento, il Presidente della Repubblica l’ha promulgata in settimana ed è ufficialmente in vigore da ieri. È un grande successo che rivendichiamo come Lega perché introduce tante novità importanti e strumenti utili per ridare dignità alle terre alte, come le montagne lombarde e venete. Non solo si introducono i parametri altimetrico e della pendenza per definire precisamente cosa sia ‘Montagna’, ma soprattutto si garantiscono soldi veri per la vera montagna: parliamo di circa 200 milioni ogni anno, mentre fino a qualche anno fa venivano stanziati appena 7 milioni.
Quali sono le principali novità?
Tanto per cominciare, chi decide di trasferirsi in montagna riceve una serie di incentivi fiscali e sgravi economici importanti. La logica di queste misure è molto semplice: se medici e insegnanti sono incentivati a vivere in montagna, sarà automaticamente più semplice garantire questi servizi ai cittadini. Inoltre vi sono tutta una serie di misure in favore di chi compra o ristruttura la sua casa, per chi decide di fare impresa o lavorare in montagna, per i giovani che vorranno costruirsi un futuro e metter su famiglia. C’è davvero tanta roba, ma se elenco tutto finiscono anche le pagine del giornale... (scherza, ndr).
All’interno della legge ci sono anche norme che riguardano la caccia, è esatto?
Proprio così. Grazie a un emendamento della Lega, è stata introdotta la norma che consente l’attività venatoria nei valichi montani. In questo modo risolviamo la situazione di incertezza che si era creata fino ad oggi e non vi sarà più il divieto assoluto di caccia. Abbiamo inoltre introdotto misure per contenere la fauna selvatica: un tasso di prelievo dei lupi su base regionale e la dotazione dello spray anti-orso a Polizia Locale e Protezione Civile, iniziative che i territori chiedevano da tempo.
Autonomia e montagna sono temi da sempre cari alla Lega, vuol dire quindi che la vostra identità è salva? Al contrario di certe malelingue...
Noi siamo la Lega, e lo siamo da 40 anni. E’ chiaro a tutti che certe battaglie vanno attualizzate al segno dei tempi, ma ciò non significa rinnegarle. Io c’ero sul Po, a Venezia, sul Monviso, c’ero anche quando prendevamo denunce e botte alle manifestazioni. Qualche altro ultra-secessionista invece no. La lotta per la Padania ha costretto la sinistra a inserire in Costituzione quell’autonomia che era il nostro obiettivo attraverso la devolution, ora stiamo raccogliendo i frutti di quelle battaglie che sono realtà grazie alla Lega del «mai mulà». Noi siamo e saremo sempre con la Lega nel cuore.