Intervista su Corriere Veneto

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Di seguito, il testo integrale dell'intervista:

L’autonomia di Calderoli «Intesa su tre materie. Sono paludi? Io ci nuoto» 

Venezia «Le Regioni lamentano che si porterà a casa troppo poco, qui a Roma mi accusano di spaccare il Paese... Altri, come il mio carissimo amico Mario Bertolissi, dicono che l’Autonomia è una palude e lo capisco, ma io nella palude ci sto benissimo, sono un alligatore. Parola del ministro Roberto Calderoli.

Il ministro degli Affari regionali: «Senza Autonomia non si risolvono le liste d’attesa. Iniziamo da Milano»

 

«Per le Regioni virtuose mano libera sulla sanità. Pronta la legge sui Lep, sarà come la Treccani»

Il ministro degli Affari regionali: «Senza Autonomia non si risolvono le liste d’attesa. Iniziamo da Milano»

Venezia «Le Regioni lamentano che si porterà a casa troppo poco, qui a Roma mi accusano di spaccare il Paese... Altri, come il mio carissimo amico Mario Bertolissi, dicono che l’Autonomia è una palude e lo capisco, la parte tecnica è stata impegnativa, ma io nella palude ci sto benissimo, sono un alligatore e, all’occorrenza, mordo». Roberto Calderoli, titolare degli Affari regionali interrompe il lungo silenzio stampa (negli ultimi mesi ha parlato solo a incontri pubblici), mette i puntini sulle «i» e non rinuncia a dipingersi come il mastino che è.

Vista dal Veneto l’Autonomia sembra al palo, è così?
«Noi non abbiamo mai smesso di lavorare, le intese si raggiungono attraverso trattative che non si sono mai interrotte fin dall’agosto scorso. Di mezzo c’è stata la sentenza della Corte costituzionale a cui abbiamo dovuto allinearci. Ma su alcuni fronti, da quella sentenza, abbiamo ottenuto un via libera: sulle materie non Lep (con il monito che non riguardino i diritti civili e sociali) e sulla conferma che i Lea in sanità son equivalenti ai Lep. E quindi la materia sanitaria è già affrontabile».


Lei ha parlato di intese auspicabilmente già a settembre. Eppure sembra tutto fermo anche sulle materie non Lep...
«Non è così. Su Protezione civile, professioni e previdenza complementare possiamo arrivare a un’intesa con tre punti entro settembre. Parallelamente, si lavora a un’intesa a parte, a cominciare dalla Lombardia che l’ha chiesta, sulla sanità. Su questo punto è stato positivo l’incontro di sabato scorso con Attilio Fontana, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. E in questi giorni ho sottoposto la questione anche agli altri tre presidenti delle regioni impegnate nelle trattative trasmettendo loro i contenuti della proposta di intesa sulla sanità lombarda su cui lavoriamo anche domattina (stamattina, ndr ) con il ministero della Salute».

In cosa si sostanzierebbe un’intesa sulla sanità?
«A patto di restare nel perimetro dell’equilibrio di bilancio e di superare il monitoraggio sui Lea della commissione incardinata al Mef, la Regione avrebbe mano libera sui fondi. Faccio un esempio, per la Lombardia uno dei problemi sono i medici e infermieri transfrontalieri che lavorano, guadagnando molto di più, in Svizzera. Con l’intesa potranno ricevere un incentivo salariale per restare. Ogni regione ha problemi diversi, la Liguria ha la popolazione più anziana d’Italia, potrebbe investire su interventi alla cataratta o altre patologie croniche. Lo dico chiaramente: senza autonomia il problema delle liste d’attesa non si risolve».


Sulla Protezione civile il Veneto ha definito “irricevibile” il testo emendato dai ministeri...
«Il capo della Protezione civile, non il ministro, segnala un problema: un’ordinanza emergenziale di un governatore supererebbe competenze che ora sono del Consiglio dei ministri. Il punto di mediazione è stato consentire l’ordinanza regionale ma con potere di conferma o revoca da parte di palazzo Chigi. È un compromesso ma consentirà di velocizzare in caso di emergenza. Su professioni e previdenza complementare, invece, per me i testi sono buoni e condivisi dall’amministrazioni centrale».


Alle Regioni non piaceva neppure il disegno del federalismo fiscale.
«Con la fine dei classici trasferimenti statali alle Regioni e il passaggio alla compartecipazione Irpef, le Regioni hanno giustamente chiesto che ne sarà di eventuali aumenti del gettito. Con Giorgetti si sta trovando una soluzione che consentirà di trattenere una parte dell’extra gettito».


Resta l’elefante nella stanza: di quel disegno di legge sui Lep tanto atteso dopo la sentenza della Consulta, non s’è più saputo nulla...
«Sarà come la Treccani visto che conterrà il grande lavoro svolto dalla commissione presieduta dal professor Sabino Cassese. Dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri si è proceduto con alcuni correttivi richiesti dalla Ragioneria dello Stato e per domani (oggi, ndr ) attendo il testo bollinato. A quel punto inizierà l’iter, probabilmente dalla Camera».



Quanto ci vorrà per l’approvazione?
«Un annetto. Ma io sono come la goccia che scava la roccia. A volte uso l’idrante ma sono convinto che il muro del centralismo verrà giù».